Immetti capitale, tasso e anni per vedere come cresce il tuo denaro. Puoi anche aggiungere versamenti e scegliere la capitalizzazione.
Che cosa calcola questo strumento
Questo strumento mostra come evolve un capitale nel tempo partendo da tre elementi davvero essenziali: l’importo iniziale, il tasso annuo e la durata. Il risultato principale è il montante, cioè la somma finale che comprende capitale e interessi maturati. Accanto al montante vedi gli interessi totali e l’eventuale somma dei versamenti aggiuntivi effettuati lungo il periodo.
Quando inserisci i dati, il calcolo può seguire due strade. La prima è l’interesse semplice, dove gli interessi si calcolano sempre sul capitale iniziale. La seconda è l’interesse composto, dove ogni periodo gli interessi si sommano al capitale e a loro volta producono nuovi interessi. Questa differenza cambia molto l’andamento del saldo nel tempo.
Il grafico ti aiuta a capire visivamente la crescita anno per anno. Una curva più ripida indica che gli interessi stanno aumentando più velocemente, spesso per effetto della capitalizzazione o dei versamenti periodici.
Interesse semplice: quando ha senso
L’interesse semplice è utile quando vuoi una stima lineare e immediata. Gli interessi non si accumulano su se stessi, quindi la crescita procede a passi regolari. Se depositi 1 000 € al 5% annuo per 3 anni, l’interesse annuo è 1 000 × 0,05 = 50 €. Dopo 3 anni maturi 150 € e il montante è 1 150 €. Nessuna sorpresa, perché ogni anno aggiungi sempre la stessa cifra.
Questa modalità è chiara anche con durate frazionate. Con 2,5 anni allo stesso tasso, l’interesse totale diventa 1 000 × 0,05 × 2,5 = 125 €, per un montante di 1 125 €. È un approccio lineare, adatto quando vuoi capire “quanto fa in totale” senza considerare la crescita esponenziale.
Se aggiungi versamenti periodici nell’interesse semplice, il capitale “di base” cresce quando versi, ma gli interessi di ogni periodo restano proporzionali al capitale valido in quel momento, senza effetto palla di neve. Per esempio, capitale iniziale 500 €, tasso 4% annuo, durata 2 anni, versamento mensile 50 €. Il totale versato in 24 mesi è 1 200 €. Gli interessi maturano nel tempo sul capitale via via aumentato, ma non sugli interessi già generati.
Interesse composto: la crescita che accelera
L’interesse composto somma al capitale gli interessi via via maturati. È qui che appare l’accelerazione. Con 1 000 € al 5% per 3 anni con capitalizzazione annuale, il montante non è 1 150 €, ma 1 000 × (1 + 0,05)^3 ≈ 1 157,63 €. La differenza è piccola su 3 anni, ma diventa evidente su orizzonti più lunghi.
Prova mentalmente con 10 anni al 5%: 1 000 × (1,05)^10 ≈ 1 628,89 €. Non è più una crescita lineare, ma una curva che tende a salire sempre di più. Se nel frattempo aggiungi versamenti periodici, ogni versamento entra nel meccanismo composto, cioè comincia a generare a sua volta interessi. È il motivo per cui piani di risparmio con piccoli importi ricorrenti possono portare a risultati importanti nel lungo periodo.
Un esempio concreto: 2 000 € iniziali, tasso 6% annuo, 5 anni, capitalizzazione mensile, versamento mensile 100 €. Ogni mese il saldo aumenta sia per il rendimento sia per il nuovo versamento. Il montante finale risulterà maggiore rispetto alla stessa configurazione con interesse semplice, proprio grazie alla capitalizzazione.
Frequenza di capitalizzazione e frequenza dei versamenti
La capitalizzazione indica quante volte all’anno gli interessi si sommano al capitale. Annuale significa una volta l’anno, semestrale due, trimestrale quattro, mensile dodici, giornaliera moltissime piccole volte. A parità di tasso annuo dichiarato, aumentare la frequenza produce un montante leggermente superiore, perché gli interessi vengono incorporati nel capitale più spesso. È la differenza tra un rendimento “scandito” poche volte e uno che lavora di continuo.
La frequenza dei versamenti è distinta dalla capitalizzazione. Puoi versare mensilmente anche se la capitalizzazione è annuale, o viceversa. Se versi 200 € ogni mese per 3 anni, il totale versato è 200 × 36 = 7 200 €. Sullo strumento vedi sia il totale dei versamenti sia come questi accelerano la crescita del saldo, soprattutto in presenza di interesse composto.
Immagina 500 € iniziali, 3% annuo, 4 anni, capitalizzazione trimestrale, versamenti trimestrali da 150 €. Il totale versato è 150 × 16 = 2 400 €. Il grafico mostrerà una curva con “scalini” regolari dovuti ai versamenti e una pendenza che aumenta grazie alla capitalizzazione.
Come leggere i risultati in pagina
Il riquadro dei risultati riporta in modo ordinato le informazioni chiave. “Tipo” indica se hai usato interesse semplice o composto. “Capitale iniziale” è la base di partenza. “Tasso annuo” mostra la percentuale effettiva inserita. “Durata” indica per quanti anni, anche con decimali, hai calcolato. Se hai scelto l’interesse composto, vedi anche la capitalizzazione selezionata. Poi compaiono “Versamento aggiuntivo” e “Frequenza”, utili per capire come i contributi periodici incidono nel tempo.
Due righe sono spesso quelle più osservate: “Interessi maturati” e “Montante finale”. La prima ti dice quanto il denaro ha prodotto al netto dei versamenti. La seconda riassume il saldo complessivo a fine periodo. Se imposti capitale 1 500 €, tasso 4%, durata 2 anni, senza versamenti, potresti leggere risultati come 120 € di interessi con semplice e circa 122,40 € con composto annuale, a seconda delle impostazioni scelte.
Il grafico completa l’interpretazione. Sull’asse orizzontale leggi gli anni, su quello verticale il saldo. Se osservi che la curva si incurva verso l’alto, stai probabilmente utilizzando l’interesse composto o stai effettuando versamenti ricorrenti. Se invece la linea sale in modo quasi lineare, sei vicino a un caso di interesse semplice senza contributi.
Esempi numerici per orientarsi
Esempio base con numeri rotondi. 200 diviso 100 = 2 serve per ricordare che il 100% equivale a moltiplicare per 1, mentre 50 moltiplicato 0,2 = 10 ricorda che il 20% di 50 è 10. Traslando questi ragionamenti, 1 000 € al 10% per 1 anno in semplice produce 1 000 × 0,10 = 100 € di interessi, montante 1 100 €. In composto annuale, dopo 2 anni ottieni 1 000 × (1,10)^2 = 1 210 €.
Prendiamo 3 difficoltà crescenti. Primo, 800 € al 7% per 1,5 anni in semplice: interessi = 800 × 0,07 × 1,5 = 84 €, montante 884 €. Secondo, 800 € al 7% per 1,5 anni in composto con capitalizzazione semestrale: la crescita è leggermente maggiore perché gli interessi si sommano due volte l’anno. Terzo, aggiungi un versamento mensile di 50 € per 18 mesi: il totale versato è 900 €, e ogni rata in composto inizia a generare a sua volta un piccolo interesse, amplificando il risultato finale.
Un altro confronto utile. 2 500 € al 3% per 5 anni, nessun versamento. In semplice, interessi = 2 500 × 0,03 × 5 = 375 €, montante 2 875 €. In composto annuale, montante ≈ 2 500 × (1,03)^5 ≈ 2 898,55 €. La differenza non è enorme a 5 anni e tassi bassi, ma cresce con orizzonti e percentuali maggiori.
Infine un caso con contributi importanti. 1 000 € iniziali, 5% annuo, 6 anni, capitalizzazione mensile, versamento mensile 100 €. Il totale versato è 100 × 72 = 7 200 €. Il montante finale sarà ben oltre la semplice somma 1 000 + 7 200, perché ciascun versamento gode della spinta degli interessi composti. L’andamento sul grafico salirà con una pendenza sempre più evidente.
Durate frazionarie e interpretazione pratica
Le durate possono includere decimali. Un periodo di 2,25 anni equivale a 2 anni e 3 mesi. Nell’interesse semplice, il calcolo risulta proporzionale: 1 200 € al 4% per 2,25 anni porta a 1 200 × 0,04 × 2,25 = 108 € di interessi, montante 1 308 €. Nell’interesse composto, il risultato dipende anche dalla frequenza con cui avviene la capitalizzazione. Con capitalizzazione mensile, l’effetto è leggermente superiore rispetto a quella annuale perché gli interessi entrano a far parte del capitale più spesso nell’arco dei 27 mesi.
Dal punto di vista pratico, le durate frazionarie sono utili quando vuoi stimare una scadenza non allineata all’anno pieno. Se stai pianificando un orizzonte di 1,8 anni, il montante rifletterà con precisione anche questi mesi aggiuntivi.
Come scegliere le impostazioni per uno scenario reale
Se cerchi una valutazione rapida e lineare di un prestito o di un deposito a breve termine, l’interesse semplice è spesso sufficiente. Per un piano di risparmio regolare, l’interesse composto rappresenta meglio la crescita reale nel tempo, soprattutto con orizzonti medio-lunghi. La capitalizzazione mensile o trimestrale rende la simulazione più vicina a molti prodotti bancari, mentre i versamenti mensili aiutano a costruire disciplina e a distribuire l’impegno.
Prova a variare un parametro per volta e osserva l’effetto sui risultati. Aumentare il tasso dal 3% al 4% produce una differenza graduale in semplice, ma più marcata in composto per via dell’effetto cumulativo. Allungare la durata da 3 a 5 anni amplifica la separazione tra semplice e composto. Inserire versamenti periodici fa crescere sia il totale versato sia il montante, ma spesso con un vantaggio netto sulla quota di interessi, perché il denaro resta investito più a lungo.